Effetto Dunning-Kruger: quando gli incompetenti sono così ignoranti da non rendersene conto
Cosa ci può insegnare un rapinatore cosparso di succo di limone?
Stati Uniti 1995, un uomo rapina due banche cosparso di succo di limone. Il risultato: dopo poche ore la polizia lo arresta.
McArthur Wheeler, questo il nome dell’acuto rapinatore, aveva fatto un ragionamento ineccepibile: se il succo di limone viene usato come inchiostro invisibile, allora cospargendosi di succo di limone si diventa invisibili alle telecamere a circuito chiuso. Un piano ineccepibile, così perfetto che durante le rapine Wheeler sorride addirittura alle telecamere, sicuro del suo trucco.
Stranamente questa tecnica non ha funzionato, ma qualcosa di buono anche McArthur Wheeler l’ha fatto, involontariamente però. Questa storia singolare infatti ha stimolato la mente di due psicologi americani David Dunning e Justin Kruger: l’incauto rapinatore non era né drogato né matto, semplicemente era così ignorante da non sapere di esserlo.
Così dopo anni di studi e ricerche, nel 1999 viene enunciato l’Effetto Dunning-Kruger, cioè quella distorsione cognitiva che spinge chi è inesperto a sopravvalutare le proprie competenze e a ritenersi esperto in un determinato ambito. In sostanza un incompetente lo è a tal punto da non rendersi nemmeno conto della propria inadeguatezza. Al contrario chi possiede un certo grado di competenze tende a sopravvalutare gli altri e sminuire se stesso, perdendo sicurezza e fiducia.
Il risultato è drammatico: gli inesperti si credono esperti, gli esperti si credono inesperti e trionfano gli incompetenti ignari di esserlo, sicuri dei mezzi che in realtà non possiedono.
Cosa possiamo imparare noi dalle vicende di McArthur Wheeler e dagli studi di Dunning e Kruger?
Per prima cosa, se volete fare una rapina, non cospargetevi di succo di limone: non vi renderà invisibili alle telecamere.
Soprattutto, però, approfittiamone per chiederci se le competenze che crediamo di avere sono reali. Non per sottovalutarci o sminuirci, ma con l’obiettivo di valutare oggettivamente il nostro livello, per capire i nostri limiti (su cui lavorare) e i nostri punti di forza (da valorizzare).
A volte dubitare ed essere critici con noi stessi può farci solo bene: male che vada ci spinge a migliorarci.
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