Mismatch e formazione: cresce il gap tra domanda e offerta di lavoro
Lo sappiamo bene: ai bar, davanti ai caffè e alle brioches, si scatenano le più accese discussioni.
Se ne sentono di tutti i colori. Tutto e il contrario di tutto.
Una sfida di stereotipi e di sentito dire che, a ben vedere, non porta da nessuna parte.
Oltre all’onnipresente calcio, uno dei temi preferiti degli oratori da cappuccino è lui: il mondo del lavoro.
“In Italia non c’è lavoro!”
“Non è vero che non c’è lavoro, il lavoro c’è, sono i giovani che non vogliono lavorare!”
La verità, però, da qualche parte deve pur stare e allora forse è il caso di non badare troppo alle chiacchiere da bar. Meglio affidarsi a un rapporto serio fatto da professionisti ed esperti.
Il rapporto Excelsior di Unioncamere
Il rapporto Excelsior di Unioncamere, l’Unione italiana delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, fotografa in modo chiaro il mondo del lavoro in Italia, individuando un forte disallineamento tra domanda e offerta.
I dati parlano chiaro, nelle ricerche effettuate nel 2018 in un caso su 4 è stato difficile reperire il personale. Il disallineamento ha riguardato il 26% dei 4,5 milioni di contratti di lavoro che si volevano stipulare nel 2018, cioè 5 punti percentuali in più dell’anno precedente.
Per i giovani la situazione non migliora affatto, anzi, la difficoltà media di reperimento aumenta al 28%, con punte addirittura del 62% per quanto riguarda gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche.
Seguono lo stesso trend anche i profili dirigenziali e le professioni intellettuali e scientifiche ad elevata specializzazione per cui il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro raggiunge il 40% delle ricerche.
“In Italia c’è un forte disallineamento tra domanda e offerta di lavoro. Lo sviluppo tecnologico sta incidendo anche sulle competenze richieste ai lavoratori.”
Carlo Sangalli, presidente di Unioncamere
Tra le cause individuate per spiegare questo trend, c’è la tendenza da parte delle aziende a ricercare profili sempre più qualificati. Questa tendenza si riscontra nei numeri che vedono un aumento del fabbisogno di dirigenti, tecnici e specialisti che sale dal 17% al 19% delle assunzioni programmate nel 2018, mentre diminuiscono di tre punti percentuali gli ingressi di personale non qualificato (15%).
Infine non stupisce che tra le competenze più richieste ci siano quelle digitali, richieste addirittura in un caso su 2, mentre l’attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale è indicata come necessaria addirittura 4 volte su 5.
Quale ruolo può svolgere la formazione continua in questo scenario?
In un mondo del lavoro in cui cresce il bisogno delle aziende di assumere figure qualificate, il compito della formazione è semplice: attraverso il potenziamento delle competenze dei lavoratori, la formazione deve porsi come motore di crescita e cambiamento, sia per i singoli che per le organizzazioni.
Sia che si tratti di formare giovani o riqualificare disoccupati, sia che si tratti di incrementare le competenze del personale interno all’azienda, la formazione è l’elemento che può colmare il gap tra la domanda e l’offerta di lavoro, tra le competenze ricercate e quelle effettivamente possedute dal personale.
La prossima volta che andrete al bar e vi imbatterete nella più classica delle discussioni, non fatevi trovare impreparati!
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