Profilazione: che cos’è questa sconosciuta?
Bevo al volo un caffè e metto qualcosa sotto i denti di fretta: come al solito sono di corsa per andare a lavoro. Faccio la mia scorciatoia segreta per evitare il traffico e come per magia arrivo in ufficio puntuale.
Giusto il tempo di controllare le mail e mi devo subito gettare sul piatto forte di quest’oggi: le profilazioni.
“Profilazione”. “Profilare”. Cosa vuol dire? Cosa faccio di così particolare quando mi siedo alla mia scrivania? Quando ne parlo a chi non lavora con le politiche attive, sembra un gran mistero.
“Questa settimana a lavoro abbiamo fatto un sacco di profilazioni.” “Domani ho profilazioni per tutta la giornata.” “Ora non posso, sto profilando.” Se pronuncio queste frasi di fronte ai miei amici, il loro sguardo si fa interrogativo e assumono la tipica faccia di chi sta capendo… poco o niente.
Cercando in internet il termine “profilazione”, quello che risulta è quasi esclusivamente legato al marketing, cioè alla stesura del profilo di un consumatore attraverso la raccolta di dati e abitudini. Ecco, nel mio ambito, quello delle politiche attive e dei servizi al lavoro, la profilazione non ha molto a che vedere con queste cose, anzi.
Ora sta arrivando la prima ragazza della giornata, Laura: è qua per iscriversi a Garanzia Giovani e sfruttare questa iniziativa per trovare il suo primo lavoro. L’ho già sentita al telefono e ho già controllato che abbia i requisiti per partecipare al programma. Ha meno di 30 anni ed è inoccupata: tutto bene, si può procedere.
Abbiamo fissato l’appuntamento con lei questa mattina a 9.30. Completeremo l’iscrizione a Garanzia Giovani, così l’azienda che la assumerà potrà risparmiare una bella somma.
Laura è arrivata e sta aspettando, mi presento, la faccio accomodare alla mia scrivania e insieme controlliamo che abbia con sé tutti i documenti necessari, la carta d’identità, il codice fiscale e il PIN. C’è tutto e possiamo iniziare la profilazione vera e propria.
Profilare un ragazzo o una ragazza per Garanzia Giovani non significa solo iscriverlo ai portali pubblici e inserire tutti i suoi dati sul portale regionale. Questa è la parte “burocratese”, ma c’è qualcosa di più. Qualcosa di più complicato. Soprattutto qualcosa che rappresenta il vero cuore del mio lavoro.
Dall’altro lato della scrivania non c’è solamente un codice fiscale, un numero di dote del bando regionale: c’è un ragazzo o una ragazza, spesso alla prima esperienza lavorativa, con i suoi timori, le sue aspettative, le sue attitudini.
Adesso, ad esempio, davanti a me ho Laura, proprio una ragazza che sta cercando il suo primo lavoro, dopo essersi laureata con successo in ingegneria. Il mio compito è anche accoglierla, descriverle le pratiche che stiamo facendo, le caratteristiche di Garanzia Giovani e i suoi diritti e doveri.
La cosa più importante però è instaurare un dialogo da cui far emergere il carattere di Laura, i suoi studi, le sue conoscenze tecniche, il suo atteggiamento verso il mondo del lavoro e tutto quell’insieme di cose che definiamo soft skills. Tutto per fare un bilancio delle sue competenze e per capire insieme i punti di forza da sfruttare e i punti deboli su cui invece lavorare. Non solo per compilare dei moduli, ma per capire dove migliorarsi, per capire come proporsi nel modo migliore sul mercato del lavoro.
Finita la profilazione, ci salutiamo e Laura se ne va, pronta per affrontare il suo futuro. Tutto sommato siamo state insieme poco tempo, ma mi sento come se avessi conosciuto una nuova amica.
Seduto ad aspettarmi c’è già un ragazzo, Claudio, la seconda profilazione della giornata. Anche lui con i suoi sogni, le sue aspettative, le sue competenze da scoprire e comprendere.